Si parla da anni di CLOUD ma in pochi hanno veramente chiaro di cosa si tratti. In un nostro articolo cerchiamo di fare chiarezza e di orientare la clientela verso questo mondo, così oscuro e così abusato, sfatando qualche mito, spiegandone le tipologie e cercando di capire i reali vantaggi.

E' ormai qualche anno che la parola "cloud" trova quotidianamente spazio nel mercato ICT senza riuscire, però, ad imporre il proprio posizionamento in modo chiaro. Sotto "la nuvola", infatti, si tende ad inserire un numero elevato di attività che, spesso, poco hanno a che fare realmente con l'originario concetto di cloud computing. Giornali, radio, televisione e siti web ogni giorno condiscono i propri servizi utilizzando questo termine di origine inglese che sempre di più rischia di rivelarsi un termine abusato.

La definizione stessa di "cloud computing" è quanto mai vaga ed è facilmente modificabile ed adattabile in base al contesto in cui si opera: in generale rientrano nel cloud tutte quelle tecnologie informatiche che vengono svolte sotto forma di servizio grazie all'utilizzo di risorse software o hardware distribuite e/o virtualizzate in una rete composta da una tipica architettura client-server. Secondo tale definizione un servizio di hosting fornito da un provider internet può quindi essere considerato cloud, al pari di un servizio di elaborazione delle buste paga centralizzato fornito sul web da una società che offra ai propri clienti l'utilizzo di un'applicazione virtuale. Dropbox è un servizio cloud, così come lo è il nostro centralino telefonico virtuale OpenVOIP o il servizio cloud di Amazon.

In un panorama così vasto ed in un mercato in così forte espansione, va da sé che tutti i principali player vogliano inserire le proprie applicazioni ed i propri servizi all'interno della nuvola, chi più propriamente, chi più da lontano, cercando di cavalcare l'onda del marketing.

Lungi dall'essere vicini ad una bolla speculativa come quella delle dot-com sviluppatasi tra il 1997 e il 2000, ci troviamo, invece, in una fase del mercato in cui il marketing sta probabilmente correndo più veloce delle reali esigenze e, soprattutto, della reale presa di coscienza dei potenziali utilizzatori di quelle che veramente siano le potenzialità e caratteristiche del cloud. La promessa del cloud di ridurre i costi, di sapere guidare la crescita, l'espansione o la contrazione dei business e di rendere più semplice ed immediata la creazione di nuovi servizi, è sicuramente una promessa reale ma ci troviamo ancora nei primi giorni della nascita di questo fenomeno, in particolare per quel che concerne l'offerta IaaS.

Sulle piattaforme cloud possono, infatti, essere erogati fondamentalmente tre tipologie di servizi:

  1. Iaas (Infrastructure-as-a-Service): permettono al cliente finale di acquistare processi, sistemi operativi, infrastrutture di rete o di storage in base alla singola esigenza nella massima flessibilità. Costituiscoo forse il servizio che più risponde alla originaria definizione di cloud computing e permettono, grazie a sistemi virtualizzati, di fornire sistemi operativi remoti che abbiano un numero di CPU di spazio disco o di RAM virtualmente non limitati. Le soluzioni IaaS hanno il grande vantaggio di essere pronte all'uso, di essere disponibili in abbondanza in tempi ridottissimi (così da poter assorbire facilmente picchi di domanda) e di demandare al fornitore di servizi tutti gli aspetti di assistenza e di obsolescenza dell'hardware. E' questo il caso del cloud di Amazon, di Interoute o di Cloud Italia; il destinatario finale è tipicamente un'organizzazione più complessa, disposta a sopportare un costo oggi ancora molto alto rispetto ai servizi tradizionali (a dispetto delle promesse di risparmio sbandierate dagli esperti di marketing quando si parla di cloud) ma con promesse di rapido abbattimento negli anni a venire.
  2. PaaS (Platform-as-a-Service), ovvero l'utilizzo di una piattaforma con servizi già installati e preconfezionati che possono essere liberamente utilizzati dal cliente finale che però è vincolato a non poter modificare l'infrastruttura di base. Un esempio tipico è l'hosting dei servizi web in cui il Fornitore mette a disposizione del cliente una piattaforma in grado di supportare determinati linguaggi di programmazione e/o database con un limite di spazio web e di traffico a disposizione; l'utente non deve dedicarsi all'installazione e alla manutenzione del server (attività demandate al Fornitore) e ha a disposizione un ambiente di sviluppo pronto all'uso.
  3. SaaS (Software-as-a-Service), business application fornite on demand all'utente tipicamente tramite il web, dedicate all'utente finale e tipicamente fornite a seguito di un canone mensile; in questo caso l'utilizzatore è spesso addirittura ignaro di utilizzare una piattaforma cloud! Esempi tipici sono il servizio di posta elettronica Gmail fornito da Google o gli applicativi di direct e-mail marketing per la gestione e l'invio delle newsletter, così come i servizio di archiviazione documentale offerti a consumo.

Ad oggi i reali casi di servizi IaaS reali hanno ancora scarsa diffusione rispetto, invece, ai numerosi servizi SaaS offerti nei differenti mercati; questa gap di diffusione ben si spiega con le grandi differenze di investimento infrastrutturale che è necessario effettuare per fornire servizi IaaS rispetto a soluzioni Saas.

Alla base di qualsiasi sistema cloud c'è il reale risparmio che l'utilizzatore può ottenere non dovendo realizzare in proprio l'intera infrastruttura per ottenere il servizio ricercato; piuttosto che installare e configurare un server di posta, un antispam, un antivirus (e pagare l'assistenza sistemistica per tutti questi servizi) è possibile acquistare un servizio di posta elettronica in outsourcing presso uno specifico Fornitore e al costo di pochi euro l'anno ottenere lo stesso beneficio. Allo stesso modo, piuttosto che formare un team di sviluppo per realizzare un'applicazione CRM (Customer Relationship Management) è possibile acquistare ad un canone mensile l'utilizzo come servizio di una piattaforma cloud di CRM già esistente ed, eventualmente, pagare in base al numero di utenze in esso attivate, liberandosi dall'onere della gestione, dell'aggiornamento, della manutenzione e dell'obsolescenza della piattaforma stessa, potendo così convogliare le proprie risorse sullo sviluppo del proprio know-how.

Nei prossimi anni è probabile che assisteremo con sempre maggiore frequenza alla nascita di sistemi complessi in grado di offrire con semplicità una vasta gamma di servizi a consumo, personalizzabili, disponibili, pronti all'uso e sempre più a basso costo, ovvero, in una parola sola: "cloud".